E’ ormai dimostrato dalle Linee-Guida Internazionali che l’attività fisica riduce la morte per cause cardiovascolari, sia nei soggetti sani che nelle persone con malattia coronarica e/o infarto miocardico. Il training fisico, infatti, migliora il colesterolo nel sangue, riduce la pressione arteriosa (e il peso corporeo) e ha effetti molto positivi nel diabete. I benefici addizionali dell’esercizio includono il miglioramento della funzione cardiovascolare, muscolare e polmonare e si associano ad una maggiore resistenza, ad un significativo miglioramento della depressione psichica e della qualità della vita.
Sono consigliati almeno 30’ al giorno di attività fisica impegnativa negli adulti e almeno 15’ oltre i 75-80 anni. Nei pazienti cardiopatici attualmente viene consigliata l’esecuzione di un programma di esercizio fisico combinato, comprendente sia attività di tipo aerobico sia di potenziamento muscolare.
Le modalità di esercizio comprendono la marcia, la corsa, il ciclismo, il canottaggio, il nuoto e/o la salita delle scale. Più di recente accanto alla attività fisica prolungata ha guadagnato favore una modalità alternativa di attività fisica, costituita da brevi periodi di riposo e da esercizi di varia intensità. Tale modalità, definita “high-intensity interval training” è una efficace alternativa all’allenamento continuo e prolungato. Il training fisico nel paziente affetto da cardiopatia ischemica va però prescritto secondo modalità ben precise, al fine di massimizzarne gli effetti positivi e di ridurne al minimo i rischi.